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Mattina
Pomeriggio
Château des Ducs de Savoie
Place du Château
73000
Chambéry
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Vicino alle linee di autobus A, C e D (fermata "Château des Ducs") o C, 1, 2 e 19 (fermata "Préfecture"). Maggiori informazioni su synchro.grandchambery.fr.
0479334247
Costruita nel XV° secolo sotto il regno di Amedeo VIII, primo Duca di Savoia, é un bell'edificio in stile gotico fiammeggiante.
Sulla piazza del Castello, il coro dell’edificio é particolarmente slanciato. Il campanile, o Torre Iolanda, ospita il Grand Carillon di Chambéry composto da 70 campane. All’interno della cappella, si ammirano le vetrate del XVI° secolo e le pitture trompe-l’œil di stile gotico trobadour. Questa cappella é famosa per aver ospitato, dal 1502 al 1578, la Sacra Sindone di Torino.
La Santa Cappella é stata costruita dal 1408 al 1430 dal maestro Nicolet Robert, sotto le spinte di Amedeo VIII. Nella piazza del Castello, il coro si integra al sistema difensivo. La forma lunga e stretta delle cinque finestre dona uno slancio all’insieme. I contrafforti, sostenendo gli archi portanti, formano un cammino di ronda. La cappella é affiancata da un campanile costruito nel 1470 da Blaise Neyrand de Saint-Pourçain en Bourbonnais, grazie a Yolande de France.
Nella Corte d’onore del castello, la facciata barocca, disegnata da Amedeo di Castellamonte, celebre architetto torinese, si spiega con l’avvio del programma di restauro dell’’edficio lanciato dalla duchessa di Savoia, Cristina di Francia, tra il 1655 e il 1663. Anche le volte dell’edificio saranno rifatte in questa occasione.
Gli interni colpiscono per la loro altezza (22m). Le decorazioni scolpite da Jean Prindale e dal suo atelier sono sparite nell’incendio del 1532. Dopo l’incendio, le vetrate realizzate qualche anno prima, tra il 1521 e il 1527, dai maestri lionesi Jean Baudichon e Jean de L’Arpe, sono riparate e le altre parti sono ristrutturate da un pittore di Chambéry, Gespard Masery, tra il 1541 e il 1548. L’inisieme riproduce nove scene della Passione di Cristo. Nella vetrata centrale, il pezzo rappresentante le Donne al patibolo è una composizione che richiama la presenza della Sacra Sindone nella cappella nel XVI° secolo.
Le volte sono ornate con meravigliose pitture trompe-l’œil. Nel 1836, il re Carlo Alberto aveva lanciato un programma di restauro e fatto pitturare la cappella con trompe-l’œil, secondo la moda dei tempi. Il piemontese Casimir Vicario, che aveva lavorato due anni prima alla cattedrale di Chambéry, ne é l’autore. Il restauro del 1959 ha fatto sparire gran parte di queste decorazioni.
Nel 2012, un nuovo cantiere ha ridato lucentezza alle pitture già esistenti.
La Sacra Sindone
Nel 1453, il Duca Ludovico e la sua sposa Anna di Lusignano fanno l’acquisto di una reliquia importante agli occhi della Cristianità. Su un telo bianco, di 4.30 m di lunghezza e 1.10m di larghezza, l’immagine di un uomo che ha subito il supplizio della crocefissione appare sotto forma di un’ombra di color seppia. Per alcuni si tratta del lenzuolo che servÍ a fasciare il corpo di Cristo nel momento della sepoltura.
Il suo arrivo in Europa resta un mistero poiché la sua storia é conosciuta a partire dal XIII secolo. A quest’epoca la Sindone é custodita dalla famiglia di Charny, a Lirey, vicino a Troia ed é gia oggetto di ostensioni pubbliche. Nel 1453, Marguerite de Charny, senza eredi, decide di venderla ai Duchi di Savoia, famiglia cattolica, potente e ricca.
La cappella ducale prende officialmente il nome di Santa Cappella della Sacra Sindone l’11 giugno 1502, al momento dell’installazione ufficiale della reliquia. Le grandi ostensioni pubbliche attirano folle considerevoli. Fortunatamente, la Sindone sfugge al terribile incendio della cappella del 1532, anche se alcune tracce di bruciatura sono nettamente visibili. Dopo l’installazione della Corte a Torino, il Duca Emanuele Filiberto sposta la Sindone. Proprietà personale della Casa Savoia, la reliquia non abbandonerà più Torino, nonostante le suppliche del popolo di Chambéry e dei canonici della Santa Cappella. A Torino, una cappella barocca é costruita da Guarino Guarini, contro il Palazzo Relae, per ospitare la Sindone. Qui vi é conservata ancora adesso, ma, dal 1983, data della morte dell’ultimo re d’Italia Umberto II, é divenuta per testamento proprietà privata della Chiesa. Nel 1988, una datazione al carbonio 14 é effettuata. La data della stoffa si situa tra il 1260 e il 1390, rendendo impossibile il fatto che il drappo possa essere stato usato come lenzuolo per il corpo di Cristo. Tuttavia, questa datazione non é condivisa all’unanimità, lasciando alla reliquia una parte di mistero. Due copie, offerte dall’arcivescovo di Torino, sono visibili nella Santa Cappella e nella cattedrale.
Sito e monumento storico
Dal 01/01 al 31/12, ogni giorno.